Mar 29 Mag – Slint performing Spiderland Slint
Come me molti altri aspettavano questo giorno con impazienza. Probabilmente dallo stesso momento che hanno conosciuto gli Slint dalla prima volta.
Dal momento che hanno ascoltato Spiderland per la prima volta.
Si è detto tantissimo sul lavoro di questo gruppo. Di come, volente o nolente, abbia influenzato la crescita di due generi che hanno infuocato in questi ultimi anni: il math rock e il post rock. Quei quattro ragazzi immersi nell'acqua hanno preso per la coda quel qualcosa di trasversale che suonava nella musica attorno a loro e l'hanno messo su Spiderland, il disco che ci faranno ascoltare oggi, al Circolo degli Artisti di Roma, dopo più di quindici anni dalla sua uscita.
L'entrata del Circolo è riempita quasi completamente dal bus del gruppo, e passiamo di lato per fare i biglietti e per entrare. Non c'è ancora molta gente ed una volta in sala è facile trovarsi sotto il palco a fare due chiacchiere e prendersi una birra con gli innumerevoli amici intervenuti come noi.
Sul palco è tutto già montato e, a parte gli strumenti e l'amplificazione, ci sono solamente alcune luci da teatro, posizionate a terra e rivolte verso l'alto. Dopo poco sale Alexander Tucker. Si presenta e ci saluta con un sorriso più caldo di quello che ti aspetteresti da un inglese. Si siede sullo sgabello ed imbraccia un piccolo strumento elettrico a corde che suona con un archetto.
Dopo poco il suono dello strumento viene ripetuto da un delay digitale, mentre il musicista suona un altro fraseggio, ripetuto assieme a quello precedente, prima di prendere la chitarra ed avvicinarsi al microfono. E' così che questo inglese crea il tappeto sonoro sopra cui costruirà i suoi pezzi. L'effetto finale ha quella stessa capacità di straniare l'ascoltatore di, non a caso, Everyone Alive Wants Answers di Colleen. A differenza della francese però, con l'uso di un cantato sentito e ispirato, Alexander riesce ad aggiungere al tutto un'emozionalità più umana. In alcuni momenti il coro creato dalla sua stessa voce è veramente coinvolgente.
Il palco viene smontato delle pochissime cose del musicista che ha appena suonato e vengono sistemati i piccoli dettagli, e si provano brevemente per una ultima volta i suoni. Dopo un po' salgono silenziosi sul palco gli Slint. Un sorriso fatto unicamente con lo sguardo in direzione del pubblico e poi vanno nelle rispettive posizioni. Si guardano per un attimo. Si spegne la luce.
Dal nulla viene battuto il quattro, una delle luci si accende in direzione di una delle chitarre e partono i tre inconfondibili armonici tra l'ovazione del pubblico. Dalla parte opposta, defilato quasi dietro una cassa, la voce di Brian McHanan inizia"I stepped out onto the midway. I was looking for the pirate ship and saw this small, old tent at one end."
E'

Loro sono lì, dopo questa lunga pausa di anni. Li guardiamo per un attimo prima dell'inizio del prossimo brano,

Britt Walford lascia la batteria andandosi a sedere sullo sgabello al centro del palco, abbracciando la Telecaster. Le due chitarre partono all'unisono sulle note di

Non ho mai sentito il Circolo immerso in un così rispettoso silenzio, silenzio che verrà rotto una volta partita

L'applauso è interminabile. Pausa. Parte il basso di

Dal pubblico un tale urla "Buongiorno Capitano...Mi manchi capitano" e di seguito parte l'omonima canzone,

Il gruppo esce per una piccola pausa (più per sottolineare la fine dell'album che altro), per poi ritornare e suonare i due pezzi usciti nel loro Ep del 1994,


E' stata semplicemente una serata magnifica.
(anche su www.ondalternativa.it)
1 commento:
Si, probabilmente lo e
Posta un commento