lunedì 3 settembre 2007

Portishead - Roseland NYC


Alle volte probabilmente è così e basta. Torni a casa e ti metti un cd. Lo indossi come una seconda pelle, lo usi come una lente per guardare il mondo e con lo sguardo cerchi di capire cosa rimane di te nell'immagine riflessa al contrario da uno specchio. Sarà il fatto che gli anni '90 per me continuano a rappresentare il periodo musicale che più mi rappresenta. Nonostante le luci al neon e gli occhiali a specchio degli anni '80 in cui sono cresciuto, è la crudezza viscerale del decennio successivo nella quale mi avvolgo come una coperta ruvida per sentirmi a casa. Ruvida è anche la voce calda di Beth Gibbons a fine concerto, ferita dalle infinite sigarette che non smise per un secondo di fumare per tutta la durata della registrazione di quello che probabilmente è stato uno dei più bei dischi live mai ascoltati dalle mie orecchie. Gli occhi chiusi nervosamente dopo ogni tiro. Le dita che correvano di nuovo al pacchetto dopo ogni pezzo. I mozziconi spenti sul parquet ai suoi piedi. Come tutta la gente che le stava attorno in quello spazio così surreale, su quell'immensa distesa di legno che sembrava contenere più musicisti che spettatori. E malgrado tutto continuava ad essere come se lì ci fosse solo lei visto che nessuno riusciva a distogliere un solo sguardo dalla bellezza di quel momento.

Dicevo, alle volte probabilmente è così e basta. Esci di casa solo con la macchina fotografica. La segui ed assecondi rimanendole dietro tutto il tempo. E stai là che neanche te ne accorgi ed improvvisamente ti rendi conto che, malgrado tutte le altre infinite possibilità, è solo un chiaroscuro, l'essenzialità di un bianco e nero, che può farti vedere le cose nella loro vera forma senza nient'altro che possa distrarti. Non ci sono colori sulla superficie di una pietra, sul metallo annerito dallo smog o sulla pelle delle persone, raggiunta dalla luce che le accarezza e le divide. In una città come Roma diventi invisibile con una macchina fotografica in mano. Ti confondi sullo sfondo naturale della città e sei trasparente alle persone anche quando il tuo obiettivo è puntato nella loro direzione. Malgrado tutto è come se non possano proprio accettare di riuscire a far distogliere anche solo uno sguardo dalla bellezza di questa città.

E probabilmente è così e basta.

1 commento:

GiampaoloM ha detto...

Parole sante fratello! ;D