domenica 13 gennaio 2008

Scorrete lacrime, disse il poliziotto - P.K. Dick


"Allora perchè l'amore è così bello?" Jason ci aveva riflettuto, nell'andirivieni delle sue relazioni, nel corso della sua lunga vita da adulto. E adesso ci pensava ancora più intensamente. Per via di tutto quello che gli era successo di recente, fino al coniglio di Emily Fusselman. Questo momento di dolore. "Tu ami qualcuno e quello se ne va. Un giorno torna a casa e comincia a fare le valigie e tu gli chiedi: 'Cosa succede?'. E lui ti risponde: 'Mi è capitata un'occasione migliore da un'altra parte.' E se ne va dalla tua vita per sempre e dopo ti porti appresso questo grosso fardello d'amore finchè non muori, senza nessuno a cui darlo. E se trovi qualcuno a cui affidarlo, poi succede la stessa cosa. Oppure un giorno chiami al telefono e dici 'Sono Jason' e ti rispondono: 'Chi?' e allora capisci che è finita. Non sanno chi diavolo sei. Perciò immagino che non lo abbiano mai saputo. Non sono mai stati veramente 'tuoi'."
"L'amore non è semplicemente desiderare un'altra persona," disse Ruth "così come aver voglia di possedere un oggetto che vedi in un negozio. Quello è desiderio puro e semplice. Vuoi solo averlo con te, portartelo a casa e sistemarlo da qualche parte, come una lampada. L'amore è..." fece una pausa, riflettendo "...come un padre che salva i figli da una casa in fiamme, che li tira fuori e puoi muore. Quando ami smetti di vivere per te; vivi per un'altra persona."
"Ed è una bella cosa?" A lui non sembrava così bella.
"Prevale sull'istinto. Sono gli istinti che ci spingono a lottare per la sopravvivenza. Come quando i pol circondano i campi. La sopravvivenza di noi stessi a spese di altri; ognuno cerca con le unghie di trovare una via di uscita. Ti faccio un esempio più calzante: il mio ventunesimo marito, Frank. Siamo stati sposati per sei mesi. In questo arco di tempo ha smesso di amarmi ed è diventato terribilmente infelice. Io lo amavo ancora, volevo rimanere con lui, ma questo lo faceva soffrire. Così lo lascia andare. Capisci? Era meglio per lui, e dal momento che lo amavo era questo che contava per me. Capisci?"
"Ma perchè bisogna andare contro l'istinto di sopravvivenza?" chiese Jason.
"Secondo te non sono in grado di risponderti, eh?"
"No."
"Perchè alla fine l'istinto di sopravvivenza esce sconfitto. In ogni creatura vivente: talpa, pipistrello, rospo o essere umano, Anche nei rospi che fumano sigari e giocano a scacchi. Non si può mai realizzare ciò che l'istinto di sopravvivenza ci porta a fare, così ogni nostro sforzo si conclude con un fallimento e tutti soccombiamo alla morte, e finisce lì. Ma se ami puoi svanire e guardare..."
"Non mi sento pronto a svanire" disse Jason.
"...puoi svanire e guardare con felicità, e con un appagamento sereno, maturo, tipo alfa, la forma più alta di appagamento, che la persona che tu ami continui a vivere."
"Ma puoi muore anche lei."
"Vero." Ruth Rae si morsicò le labbra.
"E' meglio non amare, in modo che questo non ti succeda mai. Nemmeno un animale, un cane o un gatto. Lo hai detto tu stessa, lo ami e quello muore. Se la morta di un coniglio è brutta..." In quel momento Jason ebbe un visione orribile: una ragazza sanguinante con le ossa e i capelli massacrati, presa nelle fauci di un nemico appena intravisto, più grosso di qualunque cane.
"Ma puoi soffrire." disse Ruth, fissandolo intensamente in volto. "Jason! La sofferenza è l'emozione più potente che un uomo o un bambino o un animale possano provare. E' un sentimento buono."
"In quale fottutissimo senso?" le chiese lui, con voce dura.
"La sofferenza ti spinge a lasciare te stesso. Esci dal guscio piccolo e limitato. E non puoi soffrire se prima non hai amato... la sofferenza è l'esito finale dell'amore, poichè è amore perduto. Tu mi capisci, so che è così, solo che non vuoi pensarci. E' il ciclo dell'amore che giunge a compimento: amare, perdere, provare dolore, lasciare e amare di nuovo. Jason, il dolore è la consapevolezza che ti troverai solo, e che non c'è nient'altro oltre a quello perchè essere solo è il destino ultimo di ogni singola creatura vivente. Ecco che cos'è la morte, la grande solitudine. [...]"Il dolore ti riunisce con ciò che hai perso" rispose Ruth. "E' una fusione. Vai con la cosa o con la persona che hai amato. In qualche modo ti scindi da te stesso e l'accompagni, condividi il cammino che ha intrapreso. La segui fin dove puoi. [...] "Ma alla fine il dolore se ne va e si ritorna in fase con questo mondo. Senza di lui."
"E riesci ad accettarlo."
"Esiste forse un'alternativa? Si piange, si continua a piangere, perchè non si torna mai del tutto da dove si è andati con lui... un frammento staccato dal tuo cuore che pulsa e pompa ancora è rimasto lì. Un'incisione, una ferita che non si rimargina mai. E ogni volta che ti ricapita di nuovo nella vita perdi un'altra parte del tuo cuore, e alla fine non senti più dolore. E a quel punto anche tu sei pronto a morire. Cominci a salure quella scala inclinata e qualcun altro rimarrà dietro e soffrirà per te."

(tratto da Scorrete lacrime, disse il poliziotto. di Philip K. Dick, 1974)

2 commenti:

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