venerdì 18 luglio 2008

Come un Gargoyle


E' un po' di tempo che mi sento così, come quelle figure di pietra dalle fattezze piuttosto grottesche che si trovano in cima alle chiese gotiche come Notre-dame. Là a obbligate a guardare verso il basso, in alcuni casi a vomitare la pioggia che passa loro attraverso. Un po' guardiani, un po' reietti. In compagnia di altri esseri come loro con cui condividono la situazione, ma tremendamente soli in tutta quella pietra, acqua e tutta quella vita là sotto che scorre incurante di loro. Per carità non voglio ora stare qui a crogiolarmi in una sorta di romanticismo gotico (appunto) da depresso. Con tutta probabilità mi sento così perchè voglio stare così, così come penso che in fondo sia così anche per una buona parte delle persone a cui sono legato maggiormente in questo momento. Forse, e dico forse, potrebbe pure essere che in effetti sto periodo sia tutto fuorchè che bello, oggettivamente parlando, ma questo non cambia minimamente la cosa. In fondo non ci si può obbligare ad essere felice, non lo si riesce a fare neanche volendolo, ma impegnarsi ad essere tristi è veramente un attimo, visto che i pretesti ce ne sono sempre a pacchi. La notte ti addormenti ad un passo dall'ubriacatura e ti svegli all'alba sognando una delle cause importanti della tua infelicità. In più, senza nessun motivo apparente, il tuo subconscio, aggrattissè, riesce pure a colpevolizzarti. O meglio fa provare a colpevolizzarti l'ultima persona che si potrebbe permettere di farlo senza darti la possibilità di riempirla di botte come cristo comanda. E ti svegli sentendoti pure patetico. Fanculo ad entrambi.
Poi ti riaddormenti a fatica e sogni l'esatto opposto, esattamente la cosa che vorresti di più. Perfetta ed in divenire. C'ho provato a pensare che la media tra i due sogni era zero o quasi quindi non dovrei lamentarmi più di tanto, ma fatto sta che oggi ho passato la giornata come uno zombie (o gargoyle per rimanere in tema) e continuo a guardare quello che ho là in basso come se mi fosse lontano e soprattutto come se non mi riguardasse più. Poi se lassù mi ci sia messo da solo o è stata colpa di un'architetto di merda cambia poco a sto punto.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

tutto ha un senso, anche i presunti periodi di inattività emotiva.
me l'ha detto il master di merda.

violettavalery ha detto...

"colpa di un'architetto di merda"

perfetto
l'alibi che userò, d'ora in poi, in tutti i prossimi periodi di inattività

Tora ha detto...

Beh, è un vizio che si ha a livello innato quello di dare un senso alle cose, che poi lo si faccia prima (con un alibi appunto), durante o dopo... sapete il famoso ordine nel caos no? il problema è cercare di non fare come i fratelli wachowski e tirare fuori un epilogo di merda...
poi gli architetti (o le architetti, visto che ho usato il femminile) centrano sempre ma hanno il brutto vizio di modificare la forma delle cose senza alterarne la sostanza...nel bene e nel male

violettavalery ha detto...

non è un caso infatti se ci sono case progettate davvero male.
nei limiti del possibile, si può sempre fare le valigia e traslocare.

Tora ha detto...

infatti il problema è soprattutto quando le strade sono fatte male... in quel caso bisogna imparare ad evitare ingorghi e file inevitabili in modo da non rimanere impantanati sul più bello... mentre si trasloca per l'appunto :)

Anonimo ha detto...

Ora ho letto...continuo a riflettere.
Manu