sabato 8 dicembre 2007

Port-Royal, Mammooth, Moka @ Circolo degli Artisti

Sebbene la notte del 6 sia stata caratterizzata da un freddo pungente e umido, ciò non ha impedito a tantissimi romani di recarsi, come di consueto, al Circolo degli Artisti in via casilina vecchia, per la serata di dicembre di KickIt! organizzata in collaborazione con la Snob Production.
Diciamo subito che la serata è stata una delle più convincenti di questa rassegna, data la qualità dei gruppi partecipanti che per quanto diversi e complementari tra di loro, avevano più di un aspetto comune. Ma procediamo per ordine.

Ad aprire la serata, poco dopo le 22, ci pensano i Moka. La sala stracolma di gente (anche più di quanto sarà nel resto della serata) fa subito intuire quanto questo gruppo romano sià molto amato nella capitale e dello zoccolo duro di fan su cui possono contare. Accompagnati da video proiezioni molto suggestive, questi musicisti ci presentano la loro musica, in bilico tra psichedelia, shoegaze e ambient. Notevole è la loro capacità di costruire suite dal forte contenuto emotivo che crescono, si sviluppano ed esplodono in maniera armoniosa e raffinata. In più di un momento (complice anche alcune proiezioni di carattere "ornitologico") abbiamo sentito forte la somiglianza con i Red Sparowes, che se da una parte può essere interpretato come una non ancora raggiunta indipendenza stilistica, dall'altra è sintomo di grande capacità tecnica sia esecutiva che compositiva, per non parlare del grande affiatamento sul palco. Bellissimo il pezzo con cui hanno chiuso, con gli inserti di theramin e tastiere sovrapposti al magma armonico delle tre chitarre, come a creare un mare di suoni ipnotici e liquidi che ci accompagnano fino alla conclusione dove la batteria torna in primo piano con un drumming furioso e catartico che risveglia prima del silenzio. Notevoli.

In brevissimo tempo il palco viene preparato per la seconda band della serata, i Mammooth, collettivo di musicisti aperto e indipendente della capitale, attivo ormai da dieci anni. Catalogare la loro musica non è esattamente una cosa semplice, soprattutto dopo un set come questo (durato quasi un'ora) in cui ci propongono un gran numero di pezzi, anche molto diversi tra di loro. Le sonorità che affrontano vanno dal rock psichedelico di matrice blues, all'elettronica, sopra le quali galleggia il cantato alle volte caldo e intimo, altre volte energico e viscerale di Riccardo Bertini. Ma se queste coordinate possono essere vere a livello sonoro, i loro pezzi invece seguono progressioni ai limiti del post-rock con i pezzi che in più di una occasione si dilatano attorno ai frammenti melodici accennati, oppure che si riaprono senza soluzione di continuità in esplosioni ritmiche serrate ed incalzanti che richiamano riminescenze post-grunge. Il risultato è un set interessante e vivo che, seppur stancando forse in alcuni momenti, si fa apprezzare fino in fondo.

Dopo l'ultimo pezzo dei Mammooth, ci prendiamo una piccola pausa per fare la conoscenza e scambiare due chiacchiere con alcuni colleghi nel freddo gelo della notte romana. Intanto nel cuore del circolo vengono smontati tutto il grand numero di strumenti delle band precendenti. E' mezzanotte passata quando sul palco, finalmente sgombro, vediamo salire il duo genovese accompagnato da un ragazzo (che per tutta la durata del concerto sembrerà affetto inspiegabilmente dal ballo di san vito) che si occuperà delle belle videoproiezioni che accompagnerà il loro set.


L'ultima volta che abbiamo visto i Port-Royal è stato a Villa Ada, all'apertura del concerto dei Blonde Redhead. In quell'occasione, per quanto il luogo fosse comunque suggestivo, non siamo riuscito ad apprezzarli giustamente, complice il troppo poco tempo a disposizione ed un sole che tardava a tramontare. Questa sera al circolo invece abbiamo avuto la fortuna di poterceli godere come meritano. L'acustica è stata all'altezza della situazione, prova del fatto che anche da questo punto di vista è stato fatto dall'organizzazione (dopo tutti i suggerimenti e le critiche) un buon lavoro fino in fondo.

Il concerto inizia partendo con la parte visiva, con il titolo del primo pezzo e le videoproiezioni che attaccano al crescendo della musica. Da questo momento in poi veniamo trasportati dai Port-Royal in quel mondo sognante e malinconico fatto di suoni elettronici rarefatti e distanti. Il tempo si dilata per tutta l'ora e mezza di concerto. I pezzi si alternano tra momenti più lenti e riflessivi del post-rock elettronico dei pezzi tratti dal loro primo lavoro, Flares, a quelli più ritmici e vitali di Afraid to Dance, mentre il duo, concentrato completamente dietro gli schermi dei macbook, comunica con noi tramite i messaggio di ringraziamento che, di tanto in tanto, ci mandano dallo schermo delle videoproiezioni dietro di loro. La loro è una musica che riesce ad emozionare e coinvolgere completamente, ed è stato incredibile vedere il pubblico del circolo non riuscire a fare a meno di muoversi su queste sonorità così particolari. Il set termina tra le facce ancora assorte del pubblico ed il sorriso dei musicisti che ci ringraziano prima di andarsene e lasciare a Raffaele Costantino il proseguimento della serata, con un dj set molto rilassato per permettere alla persone accorse di riprendersi prima di tornare a casa.

(Fotografie di Tamara che ringrazio di cuore).

4 commenti:

GiampaoloM ha detto...

bella recensione come al solito!

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

good start

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny